L'architettura è un atto sociale.
Che sia per i grandi imprenditori o per i più disagiati, ha il compito di assecondare le esigenze, estrapolare i desideri e migliorare la vita: in due parole, generare valore.
Non esiste nè architettura d'elite, nè architettura "povera". Esiste l'Architettura. Quella che ascolta, che traduce e che esplora i bisogni profondi, le esigenze concrete e i desideri nascosti.
Architettura come mood mentale, come presa di coscienza e come scopo.
La capacità creativa ne è il motore: la creatività razionale e non estrosa, scientifica e non artistica nè arbitraria, che sappia indagare grazie agli strumenti della disciplina i desideri più profondi delle persone e, a volte, risvegliarli e riscoprirli.
Perchè essere architetto è anche questo: ascoltare, e riuscire a sfondare i margini mentali, le barriere demagogiche per mostrare nuovi orizzonti di vita.
Orizzonti qualitativi.
Attraverso l'immaginazione e la prefigurazione l'architetto ha l'onore e l'onere di immettere valore nel nostro vissuto, di implementarlo tramite l'ascolto intimo del proprio essere, che spesso viene celato dal suono stridente delle campane della quotidianità.
Fai cessare queste campane allora,
architetto!
Arch. Nicola Piacentini
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