Il 31 marzo 2019 è ufficialmente scaduto il Piano Casa.
La Regione Veneto, tuttavia, non è rimasta al palo: è stata promulgata infatti una nuova normativa, denominata Veneto 2050, che ha come obbiettivo l'azzeramento del Consumo di Suolo entro l'anno 2050 dando una sensibile spinta al riuso del patrimonio edilizio esistente e ad oggi sottoutilizzato.
La nuova normativa consente di ampliare la volumetria esistente di una percentuale base del 15%, purché vengano inserite tecnologie che facciano uso di fonti rinnovabili (ad esempio il fotovoltaico).
Questa percentuale, attraverso una serie di parametri progettuali ulteriori, può raggiungere il valore complessivo del 40%.
Inoltre, fino al 31/12/2020, gli ampliamenti propedeutici al miglioramento complessivo della prestazione dell'immobile godranno di un ulteriore 10%, per un totale quindi del 50%.
Al fine di promuovere la riqualificazione del tessuto esistente, la normativa prevede la possibilità di demolire e ricostruire un edificio aumentandone la volumetria da un minimo del 25%, sempre che la nuova volumetria sia conforme e rispetti le prescrizioni urbanistiche odierne in materia di distanze e altezze, fino a un massimo di 80%.
Dal punto di vista tecnico-pratico, la differenza sostanziale rispetto al vecchio Piano Casa risiede, al di là del significato della norma stessa, nelle limitazioni imposte agli ampliamenti.
In precedenza infatti, l'ampliamento o la sopraelevazione, sia che fosse attuato su edificio esistente sia che si trattasse di demolizione e ricostruzione, poteva essere eseguito IN DEROGA alle odierne disposizioni in materia di DISTANZE dai confini (5 m) e dai fabbricati (10 m). Ciò significa che una buona parte dell'edilizia costruita dagli anni 60 agli anni 90 del '900 e soprattutto l'architettura dei centri storici aveva ampio margine di rifunzionalizzazione e adeguamento. Con la nuova normativa invece, tutto ciò che ECCEDE dalla sagoma planimetrica e altimetrica esistente deve necessariamente rispettare i parametri urbanistici attuali, ed essere posto quindi ad almeno 5 m dal confine di proprietà e ad almeno 10 m dalle costruzioni vicine.
Altra grande differenza è l'eliminazione della possibilità di ampliamento in raggio. Con il vecchio Piano Casa infatti, il volume non doveva essere necessariamente in aderenza all'edificio esistente, ma poteva essere collocato in un raggio di 200 m da esso. Oggi questa possibilità è stata abolita e pertanto l'ampliamento può avvenire esclusivamente IN ADERENZA.
Infine, essa rimane valida solo per le zone di completamento e, in alcuni casi specifici, anche nei centri storici e le zone agricole ferme restanti le limitazioni di cui sopra.
Arch. Nicola Piacentini
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