Su Gonçalo Byrne

L'opera dell'architetto portoghese Gonçalo Byrne, nato a Alcobaça il 6 dicembre 1941, è quella che si può definire architettura urbana.
Stringe con essa un rapporto doppio e reciproco: geometrico e morfologico.

L'architetto inserisce i suoi complessi nella trame della città come pezzi di un puzzle che si incastrano alla perfezione.

1) Assi e tracciati

L'uso dei tracciati, degli assi, degli allineamenti rendono evidenti priorità, gerarchie e decisioni che il progetto rappresenta.
E' un architettura chiara e ordinata, rigorosa. L'archetipo della Via e della Piazza diventa corridoio e cortile: l'edificio diventa città.
Ne sono esempi calzanti il progetto per il Centro Culturale di Belem o la Facoltà di Informatica ed Elettronica di Coimbra.

Progetto per il Centro Culturale di Belem

Università di Informatica di Coimbra

Università di Informatica di Coimbra

2) L'articolazione spaziale

L'urbanità dei suoi edifici intercetta il carattere identitario dei luoghi divenendo un tutt'uno tra stratificazione, storia e costruito.
Nell'articolazione volumetrica dei suoi complessi urbani, nel loro ordina spaziale, rintracciamo l'insegnamento dei maestri italiani quali Gregotti, Rossi ma anche del portoghese Alvaro Siza, specialmente nelle pieghe delle giaciture che sembrano modellarsi al sito.
A tal proposito è inevitabile il pensiero al complesso di abitazioni Saal a Setubal piuttosto che al centro di ricerche di Madeira, vere e proprie città che si snodano nella topografia del luogo.

Complesso di abitazioni Saal, Setubal

Complesso di abitazioni a Hoeilaart

3) La monumentalità

Torre di Controllo del Porto di Lisbona

Interessante contributo è quello che l'opera di Byrne individua sul tema dell'iconicità.
Il Rettorato di Aveiro o il Centro di Ricerca di Oeiras piuttosto che la Torre di Controllo del Porto di Lisbona non sono singoli edifici puntuali, ma veri e propri punti di riferimento per la città, grazia alla loro particolare geometria, alla posizione e al ruolo urbano che ed essi viene conferito. Edifici che riescono, nella loro essenzialità, a elevarsi come nuovi elementi regolatori del tessuto urbano.

Un'Architettura urbana, che ci insegna a leggere la città, interpretarne le geometrie diventandone "strato".

Arch. Nicola Piacentini

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