Ricardo Bak Gordon nasce a Lisbona nel 1967. Nel 2002 fonda a Lisbona lo studio Bak Gordon arquitectos.
La sua è un’architettura estremamente “reale”, radicata al luogo e legata ad alcuni caratteri distributivi fondamentali quali la corte, il podio, la copertura, la piazza e le aperture.
La tradizione vernacolare viene costantemente reinterpretata assegnando ad essa dei valori universali liberamente applicabili, rendendola così sempre aperta a nuove interpretazione e dando così alla città quella vibrazione ideativa che caratterizza (o dovrebbe caratterizzare) il senso urbano degli spazi.
Intenso il suo impegno nell’ambito residenziale e soprattutto nell’edilizia scolastica, di cui è uno degli esponenti moderni più straordinari: le sue scuole diventano città e la rappresentano. O meglio rappresentano il tessuto relazionale che la città incarna e che così viene trasmesso agli studenti.
Le sue tematiche rimandano alla mente straordinari maestri: da Fehn a Hertzberger, da Barragan a Mendes da Rocha.
Il lavoro di Bak Gordon assume quindi valenza specialmente nel tema dello spazio pubblico e il rapporto che l’edificio intesse con il paesaggio.
Una delle grandi tematiche che spesso si incontra nella sua architettura è il trattamento dello spazio pubblico.
La copertura viene utilizzata come dispositivo di compressione verticale e dilatazione orizzontale allo stesso tempo. Esempio lampante è la scuola Garcia de Orta. Qui la copertura entra in relazione con la topografia del luogo formando una piazza coperta che diviene cuore pulsante delle relazioni fra gli studenti: vero e proprio luogo di incontro, scambio, aggregazione. Uno spazio ibrido che ha le sembianze di una scatola rovesciata e sollevata da terra.
Altra forte tematica è quella del contesto. Il modo in cui le architetture di Bak Gordon si plasmano sul luogo riflette una politica in cui il contesto, qualsiasi contesto, debba necessariamente condizionare ed essere condizionato dall’oggetto architettonico.
Lampante è l’esempio della Scuola Dom Dinis, in cui il nuovo edificio assume una forma iconicamente sinuosa che si snoda fra gli spazi liberi fra i volumi esistenti. Un modo di concepire la forma illuminato, che se da un lato valorizza i vuoti esistenti accrescendone la tensione e riattivando i rapporti, dall’altro costituisce la strategia per la formazione di un landmark urbano.
Come molti dei suoi colleghi portoghesi, anche Bak Gordon lavora sulla tematica del patio. Nel suo caso, esso viene affiancato alla tematica del recinto e della densità urbana. Se vediamo le due case nel quartiere di Santa Isabel a Lisbona, possiamo apprezzare come con le due case non siano oggetti isolati, ma creino un unicum che è parte della città e isola autonoma al tempo stesso. Il lotto, di forma irregolare, viene eroso, scavato dalla mano dell’architetto che crea così una condizione di isolamento dalla vita della città ma che, al tempo stesso, permette di rivivere i rapporti vernacolari fra spazio costruito e spazio vuoto in totale privacy.
Un progetto che intercetta tematiche estremamente contemporanee nel dibattito delle città, quali il limite, la densità, la porosità e l'identità dei nuovi tessuti.
Arch. Nicola Piacentini
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